Mi è tornata la voglia di scrivere, in un sabato mezzo lavorativo e mezzo di riposo. Vi avverto subito, l’argomento è molto personale e molto pesante, così personale da non essere nemmeno nel “tono” del blog.
Si è suicidato un mio carissimo amico.
Ci conoscevamo da 9 anni, che a 28 anni è come dire “ci conoscevamo da una vita”. Abbiamo vissuto questo periodo di tempo, dall’adolescenza al mondo degli adulti, in parallelo, anche se con un anno anagrafico di differenza: stessi amici (anzi, lui era un compagno di facoltà di un altro carissimo amico, ci siamo conosciuti così, e io non passavo un minuto di più a giurisprudenza, un ambiente falso, con la puzza sotto il naso, soprattutto contro chi viene da fuori città e non è figlio di avvocati), stesse feste, 2 bei viaggi tutti assieme (l’ultimo a settembre), un sacco di serate, capodanni, cinema, concerti.
Riguardando le foto vecchie, c’è quasi sempre: anche in quelle serate “un po’ inutili”, di cui se non ci fosse la foto non ti ricorderesti nemmeno, ecco, c’era. Ultimamente ci si vedeva meno, faceva dei turni allucinanti, un sacco di notti, in quelle splendide strutture per i soggetti psichiatrici, finte cooperative dove per il profitto si può omettere qualsiasi tipo di garanzia e di cautela. Da 2 anni.
“x non c’è? Sarà stanco”… e invece non era solo stanco, non era solo triste come ogni tanto succede a tutti. Cazzo, era dannatamente riservato, forse eravamo solo noi a parlare e lui ascoltava. E non ci siamo accorti di niente, tutti.
Ma come si può perdere la speranza, quella scintilla che anche nei momenti più tristi e bui ci fa dire proviamoci ancora ? Così giovane, con tutto davanti, senza problemi economici, con un lavoro e mille interessi. Come si fa a perdere l’interesse per tutto ? Non trovare UNA SOLA ragione per andare avanti.
Non lo capirò mai, nessun biglietto a spiegare, nessuna avvisaglia per noi amici, niente. Un dolore forte, costante per noi, chissà che tumulto interiore per lui in questi ultimi mesi.
Addio.