Quando facevo il liceo ad Albenga c’erano due cinema nella ridente località : l’Ambra, più attento alla qualità, e l’Astor, un pochino più commerciale. Mia madre mi raccontava di un terzo cinema, il Cristallo, chiuso da qualche tempo, dove aveva visto un sacco di pellicole da ragazza.
All’Astor sono andato pochissimo, ora mi viene in mente solo la visione, in anteprima, de “Il patriota” con Mel Gibson.
L’Ambra era “il cinema dove ci si sente a casa”, sia perchè frequentato qualche volta con la scuola – in occasione di qualche presentazione di libri con l’autore o di qualche manifestazione – sia per la rassegna di cineforum, dove si pagava davvero poco, 5.000 lire e poi 2,50-3 euro.
In seguito la rivoluzione e la fine di un mondo. L’arrivo del Multiplex, sei sale, di cui almeno cinque sempre dedicate a prodotti immondi.
L’Astor, a cui non ero particolarmente affezionato, chiuse quasi subito, sostituito da una sala giochi (di quelle con i video giochi, Metal Slug, Sega Soccer, Street Fighter, il biliardo – ora è una bisca legalizzata con videopoker).
L’Ambra no. Resistenza ad oltranza.
E così sono passati gli anni. Ogni volta che andavo all’Ambra c’era sempre meno gente (anche solo 20-30 persone). Innumerevoli i film visti, con delle vere e proprie chicche da appassionati.
Lo frequentavo con il mio prof d’arte del liceo e con un mio amico che faceva l’Accademia delle Belle Arti (ora gira documentari). Una sera, di quelle sere d’inverno dove fa talmente freddo (anche in Liguria può far freddo col vento) che andare al cinema è effettivamente una scelta poco razionale, ci fermammo a parlare con il gestore, sempre burbero, con cui avevano scambiato pochissime parole in precedenza.
In sintesi. 60enne, in passato aveva avuto fino a 6 sale, poi cedute. L’Ambra era in perdita, lui viveva a Varazze ma non voleva chiudere il cinema per non lasciare Albenga, e non lasciare che Albenga non avesse più cinema (i multiplex non sono cinema). Era orgoglioso di aver l’esclusiva su alcuni circuiti di distribuzione, di avere Film Doc, di ospitare serate teatrali ogni tanto. Un vero appassionato, senza secondi fini se non il cinema, il rispetto per lo spettatore e la passione, vera, nonostante i 100 km al giorno e le perdite.
L’anno scorso, poco più che sessantenne, è morto dopo lunga malattia. Ha tenuto il cinema aperto fino alla settimana precedente. Purtroppo non frequentavo più l’Ambra, dato il mio trasferimento a Genova. L’ultimo film visto lì è stato “We want sex”.
L’Ambra ha chiuso.